Si tratta di un furto record, uno dei più cospicui mai messo a segno negli ultimi anni del valore di 5 milioni di euro, valore ipotizzato perché potrebbe essere addirittura maggiore.
E’ avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 settembre ai danni di ex industriali residenti nello stabile di Via Giolitti a Torino. La cassaforte nella quale erano custoditi i ricordi di famiglia, conteneva gioielli rari risalenti all’ottocento e inizio Novecento alcuni realizzati dai maestri orafi veneti e milanesi dell’Ottocento come le parure e i bracciali con diamanti, rubini, smeraldi.
La cassaforte era nascosta dietro una parete nascosta con doppio fondo e solo pochi intimi familiari ed i domestici ne erano al corrente.
Le indagini
La proprietaria di 62 anni che ha presentato la denuncia quel week end si trovava fuori Torino nella tenuta di campagna. Nessun inquilino ha sentito dei rumori o qualcosa di sospetto.
Sicuramente i ladri sono stati ben informati da qualche complice sulle abitudini della donna e sui suoi spostamenti. Sono riusciti a violare la porta di ingresso, la cassaforte ed il sistema di allarme senza lasciare tracce. Un colpo ben studiato da professionisti, nessuna impronta né segno di effrazione.
Secondo gli investigatori all’operazione avrebbe partecipato 4 professionisti concentrati sulla cassaforte e senza prendere in considerazione altri oggetti di valore di cui l’abitazione è piena. Per aprire la porta hanno utilizzato dei doppioni delle chiavi, o degli arnesi per duplicare quelle originali. Ancora da chiarire se cono passati dal portone principale oppure si sono calati da balconi adiacenti.
Il fatto più eclatante è che siano riusciti ad eludere il sistema di allarme e la combinazione della cassaforte.
La pista
Per adesso gli investigatori hanno sentito familiari e domestici, alla ricerca di informazioni e circostane anomale avvenute nei giorni procedenti al furto.
Sicuramente la refurtiva non trova mercato nei canali di ricettazione tradizionali in quanto è rischioso rivendere gioielli realizzati appositamente per i componenti della famiglia e catalogati.
Questo tipo di furto suggerirebbe la pista del furto su commissione da parte di collezionisti stranieri interessati all’arte orafa italiana.
Per gli investigatori ancora è presto per esprimersi. Le indagini molto complesse vengono svolte con il massimo riserbo